Author Archives: fabrizio
Ecofiera 2012
Lettera al giornale
spaziba Polina.
Polina un grande atto di amore collettivo
da Bollettino Parrocchia Tione 2011
Ho avuto la fortuna assieme a molte altre persone di essere protagonista attivo in quella che io non esito a definire un grande atto d’amore senza confini. Polina è una bimba orfana bielorussa di 5 anni abbandonata dai suoi genitori fin dalla nascita perche nata priva di una gamba,un braccio,,e co
n un solo dito alla mano sinistra. Ciò le negava la possibilità di avere una vita autonoma,e questo nel contesto sociale in cui vive Polina vuol dire quasi certamente ,passare la propria vita in una sorte di prigione senza sbarre,dove le porte sono aperte, e i guardiani a volte sono anche gentili,non manca il necessario per sopravvivere ma il mondo finisce dove gli occhi non arrivano a vedere e cosi si consuma la propria esistenza,con rare possibilità di poterne uscire. Polina è una di quelle poche fortunate a cui questa possibilità è capitata. Il destino che le aveva tolto quasi tutto ha voluto ridarle qualcosa,credo le abbia semplicemente restituito un po’ di quell’amore a cui tutti i bambini hanno diritto. Quell’amore Polina lo ha ricevuto goccia a goccia da una moltidudine di persone, non basterà certamente a colmare quello che le avrebbero potuto dare i sui genitori, ma sarà sufficiente a farle vedere oltre i suoi occhi, a farla tornare a credere nelle persone, ma sopratutto per poter tornare a sognare. Il destino in questa vicenda mi ha riservato il privilegiato ruolo di essere stato, almeno all’inizio,il mediatore tra i bisogni di questa sfortunata creatura e la generosità di tanta ,tanta gente.
Quando abbiamo cominciato a chiedere aiuti per poter far fare una protesi alla gamba , per dare la possibilità a Polina di camminare mi sono subito reso conto che questa bambina sarebbe entrata nel cuore di tante persone , dovunque la sua storia fosse arrivata e che così potevamo spingerci oltre la protesi alla gamba, e pensare anche alla ricostruzione della mano,mi accorgevo di giorno in giorno che la bontà, la generosità,che emergeva da questa tanto discussa società ci avrebbero permesso di non porci limiti,e cosi è stato .Ora Polina cammina liberamente grazie alla sua gamba artificiale e proprio in questi giorni ha cominciato i primi esercizi per l’attivazione funzionale della mano ricostruita con un intervento che ha del prodigioso . Ora possiamo constatare con orgoglio che Polina potrà avere una vita quasi normale,e che sarà autosufficiente per quello che riguarda le sue necessità
Avevo definito questo evento come un grande atto d’amore senza confini,ebbene penso che nessuno avrebbe pensato che per una singola persona si sarebbero attivate tante energie e in luoghi cosi lontani fra loro. L’associazione Mani Unite di Tione ha il merito di essere riuscita a mettere in sinergia questo enorme potenziale, partendo dalla fondazione Aiutiamoli a vivere di TERNI che ha messo a disposizione l’ufficio di MINSK per le pratiche di espatrio,la fondazione Nicolò Campo di GROSSETO che ha contribuito per la protesi alla gamba presso il laboratorio ortopedico r. t. m. di BOLOGNA,l’intervento alla mano eseguito presso la casa di cura multi specialistica Pederzoli di Peschiera VERONA l’equipe medica diretta dal dot. Testoni era composta dal dot Gilbert di PARIGI il dot. Rimondi di MILANO la dot.ssa . Kirila di BUCAREST , ha contribuito anche l’associazione Bimbi per Cernobil di DUBLINO a tutti questi vanno aggiunti molti altri protagonisti come scuole, parecchi comitati di aiutiamoli a vivere,asili ,molti i privati,i claun medici di Peschiera .associazioni parrocchiali il gruppo di amici di Ravina e Aldeno ecc. ecc.
Non posso esimermi dal ricordare che un ruolo “speciale” fra gli altri lo hanno avuto oltre al personale della terapia intensiva Anna Ludmilla e Natalia le persone più vicine Polina nei momenti più difficili durante l’intervento.
Ho scritto queste righe non tanto per dare un peso o un nome a chi si è preso a cuore Polina, ma per dare un riconoscimento a ciò che queste persone rappresentano. Questa moltitudine di persone sono lo specchio della positività racchiusa nella società,sono la punta dell’iceberg che il caso Polina ha fatto emergere e ci ha aiutato a conoscere, rappresentano la speranza per il futuro e sono la certezza che il mondo che molte volte i media ci fanno vedere non è quello vero,ma che ce né uno certamente migliore. che aspetta solo l’occasione per manifestarsi.
Grazie Polina per l’aiuto ad alimentare e far gioire questo meraviglioso mondo del volontariato.
Progetto Polina sulla Stampa
Relazione finale
Si è provveduto a sostituire la prima protesi, con una di tipo più avanzato. L‘impiego di questa, richiede più attenzione e va trattata con cura, la guaina anatomica che si infila sul moncone se ben usata non dovrebbe dare problemi è consigliabile usare sempre la calza in cotone speciale che vi abbiamo fornito in rotolo, si può lavare e deve essere cucita (non fare nodi), il moncone deve ancora stabilizzarsi ma questo non è un problema. Se si rifanno le scarpe bisognerà mantenere gli spessori della suola come quelli attuali. Polina cresce abbastanza in fretta quindi eventualmente bisognerà o togliere spessore alla scarpa del piede sano o aumentare lo spessore alla scarpa della protesi, se si usa con attenzione deve durare ancora per un anno, se ci sono problemi e non sapete come fare avvisateci, ciò ci eviterà di affrontare ulteriori spese dovute a uso non corretto è importante che la protesi venga portata abitualmente.
LA MANO
Per l’intervento di ricostruzione della mano sinistra, si è usato ciò che era possibile, prelevandolo dal moncone della gamba destra. E’ stato un intervento molto difficile ma fortunatamente pur con qualche difficoltà sta andando tutto a buon fine, se Polina fosse rimasta in Italia ancora per un mese, avremmo fatto qui le ultime medicazioni, ma siamo certi che anche i vostri dottori siano in grado di farle, ormai si tratta solo di aspettare che la pelle si rigeneri, si deve procedere con interventi periodici richiesti dal medico curante per rimuovere le croste e tenere pulita la parte, abbiamo provveduto a fornirvi il necessario e Ludmilla ha assistito alle medicazioni ed ha visto come si procede, confidiamo nelle capacità dei vostri medici, per questa che riteniamo una procedura di poca difficoltà, i dottori che l’hanno operata vorrebbero essere tenuti al corrente settimanalmente per sapere come vanno le cose. Pertanto vi invitiamo a fare periodicamente un rapporto corredato da foto a Olga, al nostro ufficio di Minsk poi loro ci aggiorneranno, tra due o tre mesi Polina probabilmente dovrà venire in Italia per un controllo.
Perché cominci ad attivarsi il sistema nervoso ci vuole solitamente un periodo di qualche mese,
quindi ci vuole pazienza, per quanto riguarda la sensibilità i tempi solitamente sono ancora più lunghi ma tutto è soggettivo e i tempi cambiano anche di molto da individuo a individuo.
Poi si dovrà procedere ad un interveto di aggiustamento della mano, ma questo ve lo spiegheremo dettagliatamente appena avremo occasione di incontrarci entro l’autunno. RACCOMANDAZIONE, dato che Polina non ha sensibilità nella zona innestata della mano è molto facile che senza accorgersi facendo pressione sulle dita trapiantate sanguini, quindi durante il giorno è meglio porti il tutore protettivo.
POLINA
Polina durante questo periodo ha reagito bene, possiamo affermare che a noi non ha dato grossi problemi, la bambina è molto indipendente e se messa al corrente di cosa succede è capace di affrontare anche le situazioni meno facili. Se ci sono stati dei problemi questi non sono stati dovuti al dolore, perché grazie alle nuove tecniche, il dolore fisico è stato quasi nullo, il maggior ostacolo è stata la paura, lo stress e la difficoltà nel razionalizzare la situazione durante la permanenza in ospedale. Polina, si è vista circondata da troppe persone premurose per la sua condizione, vorremmo dire anche eccessive nei loro comportamenti, sommersa di attenzioni, di regali, assecondata sempre nelle sue richieste, ha durante la permanenza in ospedale perso il senso della misura, eccedendo in certi momenti in capricci. In questi frangenti, Ludmila a volte ha faticato a controllarla, ma è abbastanza logico che Ludmila essendo la persona a lei più vicina e la più presente, sia stata per Polina lo scarico delle sue tensioni, va anche aggiunto che forse Ludmila ha vissuto la situazione con un eccesso di responsabilità e anche la nostra costante presenza e le costanti attenzioni a volte sembravano insufficienti a tranquillizzarla. Poi una volta dimessa dall’ospedale Polina in poco tempo è tornata ad essere sé stessa e le difficoltà sono cessate, anche di questo gradiremmo parlare al nostro prossimo incontro.
Al Ministro della Sanità
Polina Litvinovich è nata il 5 maggio 2005 con una grave malformazione fisica, le manca la parte inferiore della gamba destra e l’avambraccio destro, alla mano sinistra ha un solo dito. Polina è stata abbandonata dai genitori e ora vive in un orfanatrofio a Slusk,nel centro della Bielorussia, è tutelata dalla direttrice dott.ssa Kisialiova Liudmila Aliaksandrauna,, se non riuscirà ad essere autosufficiente entro il sesto anno di età, quando dovrebbe cominciare per lei il ciclo scolastico, quasi certamente finirà in un istituto per handicappati gravi, quindi privata della possibilità di avere una vita adeguata alle sue capacità. Polina è una bambina molto intelligente, ha un carattere forte e ben determinato ed escluse le mutilazioni citate le funzioni organiche sono normali, quindi è in grado di razionalizzare la sua vita. L’associazione Mani Unite ha messo in atto un progetto chiamato “Camminiamo con Polina”, che ha la finalità di ripristinare per quanto possibile le funzioni motorie di questa sfortunata bambina e darle quindi quell’ autosufficienza che le permetta di frequentare un Istituto scolastico normale, che equivale a ridarle una possibilità di vita, altrimenti impensabile. Nell’estate del 2009 abbiamo provveduto a farle fare una protesi all’arto inferiore ed ora Polina è in grado di camminare autonomamente, la protesi ha bisogno di un aggiornamento ogni anno, ma grazie anche all’aiuto dell’Associazione Nicolò Campo di Grosseto e dell’Istituto ortopedico R.T.M. di Budrio (BO) questo problema è superato. Ora si sta procedendo nell’intento di effettuare un trapianto di dito alla mano sinistra, prelevandolo dal moncone dell’arto inferiore destro (come visibile dalle foto allegate) che le permetta di avere un effetto pinza, quindi di raggiungere quell’autosufficienza che ci eravamo proposti. In questa fase è coinvolta la CASA di CURA POLISPECIALISTICA Dott. PEDERZOLI S.p.A di Peschiera del Garda, che da noi interpellata si è resa disponibile ad effettuare l’intervento alle migliori condizioni possibili. Il Dott. Ruggero Testoni si è preso carico di riunire una equipe formata da vari specialisti in Chirurgia della mano (Dr Testoni, Dr Cugola – Verona, Dr Gilbert – Parigi, Dr Raimondi – Milano). L’intervento è programmato per il 22 maggio, l’Associazione Mani Unite sta attivando tutte le procedure necessarie al fine di far venire Polina in Italia e garantirne la permanenza necessaria.
Polina
Montagne: Piedistallo per avvicinarsi al Paradiso
Questo è ciò che si è voluto cercare di far capire a tutti quei ragazzi che hanno partecipato ai due incontri organizzati dalla S.A.T, al rifugio Graffer e animati da Vincenzo e Franco rappresentanti di MANI UNITE l’associazione di Tione che si occupa di pace e solidarietà. Pace e solidarietà che sono la base affinché tutti anche gli ultimi abbiano la possibilità di affermare che la vita è bella.
Una cosa posso dire con certezza, i ragazzi (e non solo loro) si sono lasciati rapire dalle esperienze, da noi narrate, hanno vissuto questo momento con partecipazione e questo era il nostro obiettivo, gettare qualche grano di riso nello stagno, il resto poi verrà .
Un elogio alla sensibilità dei dirigenti della SAT che hanno inserito anche questi momenti di formazione per i giovani durante il loro campus, sono certo che questa collaborazione ormai consolidata da anni continuerà e saremo in grado di dare ed avere ancora delle belle soddisfazioni.
Il rappresentante di Mani Unite
Franco Paissan
La montagna nel nome della Pace
Anche quest’anno l’associazione Mani Unite e la sezione della Sat Carè Alto si sono unite per ripetere l’esperienza degli anni passati, dedicare uno spazio di riflessione sul tema della pace nel mondo, lo hanno fatto in occasione del pranzo sociale in località Vauclo nella valle di San Valentino. L’anno scorso il tema di attualità era la situazione di conflitto in Georgia e a cima Durmont era presente a testimoniare una rappresentanza di quel paese, quest’anno la tragedia che ha coinvolto maggiormente le coscienze dell’opinione pubblica è stata l’operazione “piombo fuso” perpetrata dagli Israeliani nel confronto della striscia di Gaza, ed ecco che si è pensato di portare una testimonianza vera da quella terra. A cercare di farci capire quello che succede in quel pezzo di Palestina è intervenuto Yousef Hamduna nato e sempre vissuto a Gaza, laureato in Scienze della Comunicazione e operatore nel campo dell’educazione infantile e del recupero sociale. Yousef abita a Rimini in una sorta di permanenza forzata, egli si trovava in Italia assieme alla moglie per un corso di aggiornamento professionale che sarebbe dovuto durare un paio di mesi ma allo scoppio imprevisto dell’attacco a Gaza gli è stato sospeso il passaporto, di fatto gli è stata negata la possibilità di tornare a casa; nel frattempo è nata una bambina Mira, in attesa di poter rientrare a Gaza svolge attività di educatore di sostegno a ragazzi problematici in una scuola di Rimini. Una testimonianza vera fatta da una persona Yousef, a cui è negato addirittura il diritto di poter rientrare senza pericoli nella sua patria, la striscia di Gaza in Palestina. In questo intervento quasi angosciante emerge che in questo pezzetto di terra dove vivono un milione e mezzo di persone e un milione di esse hanno meno di 18 anni, manca tutto e quel poco che c’è, è perché lasciato passare attraverso l’embargo totale imposto da Israele e ora anche dall’Egitto è razionato. Ricorda. che dopo l’operazione di pulizia etnica perpetrata nei loro confronti dalle truppe israeliane denominata “piombo fuso”, non rimangono che tragedie umane che Yousef pur con la comprensibile rabbia e la sofferenza che si porta dentro ha raccontato con crudele realtà, lui si ritiene fortunato perché la sua famiglia composta da 12 fratelli ha tutto sommato avuto danni relativamente lievi alla casa e solo feriti tra i parenti. Ha rabbia perche la politica internazionale pare assente e l’indifferenza sembra prevalere anche di fronte alla situazione drammatica in cui si trovano migliaia di famiglie, come se tutto quello che accade non fosse frutto di politiche sbagliate, tollerate ciecamente anche da paesi come il nostro che si definiscono democraticamente avanzati. L’unica speranza per il mio popolo, dice Yousef, siete voi gente comune che con i vostri comportamenti potete tener acceso il lume della speranza. Yousef è padre di una bambina di otto mesi Mira, nata in Italia durante questa permanenza forzata e dice: anche se la mia vita l’ho passata in un paese sempre in conflitto, quasi in un carcere a cielo aperto, io amo la mia terra e voglio che i miei figli come i vostri possano vivere vedendo rispettata la loro dignità e per questo sono qui ad invitarvi a riflettere e a stimolarvi ad andare oltre l’informazione ufficiale, che pare in questa tragedia poco interessarsi della sofferenza che vivono queste famiglie, poi magari bollate sbrigativamente come terroriste. La nostra speranza è nella vostra coscienza, conclude, non potete chiamarvi fuori, non condivido gli estremismi che purtroppo si annidano anche da noi e per questo chiedo scusa per le vittime che hanno provocato ma che ritengo non giustifichino minimamente il prezzo che ci viene fatto pagare.
Penso che chi era presente ed ha ascoltato questa testimonianza fatta da una persona che si è espressa con rara genuinità e che nonostante tutto non ha perso la fiducia, non possa che far riflettere sulle tragedie che scatenano le guerre, in qualunque parte del mondo avvengano, e dal fatto che noi le sentiamo così lontane quasi per esorcizzare le nostre paure. La speranza di tutta questa gente che soffre siete voi fortunati, dice Yousef.
Personalmente mi auguro che questa iniziativa sostenuta con convinzione dalla Sat e dall’associazione Mani Unite serva quantomeno a farci riflettere e ci aiuti ad avere un atteggiamento più consapevole nel confronto di qualunque conflitto che colpisce l’umanità.